Brainframes: le relazioni tra tecnologia, cervello, sistema nervoso e mercato

Nei manuali di psicologia della visione esistono vari ritratti a puntini incompleti che vengono presentati come gioco - test. A partire da un'informazione scarsa, il nostro cervello riesce comunque a ricostruire i dettagli del volto. I nostri occhi sono i nostri sensori sul mondo, ma è il cervello a compiere ogni atto di mediazione interpretazione. Il cervello non recepisce tutto quello che vede, ma solo le informazioni utili al suo processo di elaborazione, si comporta come un compressore intelligente, per risparmiare tempo ed energia di elaborazione e aumentare le probabilità di combinazione dell'informazione visiva con altre informazioni sensoriali. Per esempio, lo stereogramma è un'illusione ottica creata da particolari immagini piane che induce chi la guarda a visualizzare una figura tridimensionale. E' il nostro cervello a consentire la visione stereoscopica.
Il brainframe, secondo Derrick de Kerckhove, è quindi una struttura di percezione e interpretazione fisiologicacognitiva e sensoriale della realtà, creata dalla forgiatura del nostro cervello da parte delle tecnologie di elaborazione delle informazioni. Ogni nuovo mezzo di comunicazione configura i nostri emisferi cerebrali delineando sostanziali modifiche neuronali e perfino corporee, creando cornici che circoscrivono le modalità con cui intendiamo il mondo e reagiamo ad esso.
L'idea sottesa è che le tecnologie di elaborazione di informazione “incornicino” il nostro cervello in una struttura e che lo sfidino a fornire un modello diverso, ma ugualmente efficace, di interpretazione.
Il cervello umano è un ecosistema biologico in costante dialogo con la tecnologia e la cultura.
Le tecnologie basate sul linguaggio (radio, tv) possono “incorniciare” il cervello sia fisiologicamente (sul piano dell'organizzazione neuronale) che psicologicamente (sul piano dell'organizzazione cognitiva).
Altre tecnologie (satelliti, reti telefoniche) sono divenute prolungamenti del cervello e del sistema nervoso centrale, creando strutture che “incorniciano” l'ecosistema.
Un brainframe non è solo un atteggiamento, una mentalità. Struttura, filtra la nostra visione del mondo, ed è collocato nella struttura profonda della coscienza.
L'attuale brainframe sta generando prodotti che, di per sé, sono approssimazioni così strette del cervello, così intimamente legate al linguaggio, che è diventato urgente capire di più sui brainframes stessi.
Soprattutto per gli uomini d'affari, la tecnologia esiste per adempiere a una funzione. Ci preoccupiamo solo del suo scopo e la nostra attenzione va a inviare un fax in modo più veloce, migliorare la definizione di uno schermo televisivo, ma non consideriamo i profondi cambiamenti della nostra sensibilità, per non parlare del nostro rapporto con l'ecosistema.
Quando gli effetti cumulativi di un cambiamento tecnologico giungono a un punto critico, si verifica un'improvvisa frattura culturale. Ciò può risolversi in un nuovo stile nell'abbigliamento, nella musica, in un mutamento di paradigma o anche in una rivoluzione (es. crollo del blocco comunista).
Negli ultimi decenni ci sono stati 3 importanti mutamenti tecnologici:

  1. la TV (anni '60 e primi '70)
  2. i computer (fine '70 – anni '80)
  3. le reti integrate multimediali (oggi).

Fenomeni di questo tipo sono l'espressione di profondi mutamenti psicoloogici, prodotti da sottili modificazioni fisiologiche nel modo in cui utilizziamo la nostra mente, i sensi, il corpo.
Derrick de Kerckhove (1944) è un linguista e antropologo belga naturalizzato canadese. E' stato studente del grande sociologo e teorico della comunicazione Marshall McLuhan, di cui è considerato l'erede intellettuale. Si occupa da anni delle interazioni tra la tecnologia e il corpo, i media e la cultura, l'arte e la comunicazione, svolgendo studi sperimentali sul rapporto tra cervello umano e nuove tecnologie comunicative. Il suo lavoro su media, internet e intelligenza connettiva lo ha reso uno dei più autorevoli teorici della comunicazione.
La sua tesi fondamentale è che le innovazioni tecnologiche operano profonde modificazioni nel nostro modo di pensare e nella struttura del nostro cervello.
Domande che si pone de Kerckhove:

  • La tecnologia è prodotto dell'uomo o viceversa? 
  • In che modo le tecniche retro-agiscono sul cervello? 
  • Quali sono gli effetti sul cervello di specifiche trasformazioni tecnologiche (scrittura alfabetica, prospettiva, massificazione della TV, diffusione dei pc, costituzione di reti telematiche mondiali, ipotetico avvento prossimo venturo dei sistemi di realtà virtuale)?

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