Strumenti per una consapevolezza morfogenetica dei campi comunicativi

Attilio Marcolli, nel 1971, con l’obiettivo di realizzare un testo di educazione alla visione tale da poter essere utilizzato, non a caso grazie alla sua intrinseca propedeuticità, indifferentemente nella scuola dell’obbligo (medie inferiori), nelle scuole ad “indirizzo pratico” (istituti tecnici e professionali) e in quelle ad “indirizzo teorico” (licei), individua nello studio approfondito della morfogenetica dei campi comunicativi e delle modalità di composizione e interazione degli oggetti negli stessi una opportuna conditio sine qua non per poter mettere in atto qualsiasi iniziativa creativa dalla più semplice in piccola scala (per esempio: grafica) a quella più complessa in grande scala (per esempio: urbanistica).
L’interazione fra la capacità di pensare-progettare-ideare e fare-agire-realizzare auspicata nei processi di comunicazione generativa trova in questo lavoro, a mio avviso, una dimensione e una dignità unica propedeutiche per una poiesis comunicativa forte e consapevole.
L’approccio epistemologico dello studio dei campi (siano essi una lettera, un giornale, un poster, le slide di una presentazione, un sito web, fino ad arrivare agli edifici, ai quartieri, all’urbanistica) sia dal punto di vista dell’educazione alla visione, sia da quello della produzione di unità comunicative, intende un campo come uno spazio che presenta caratteristiche costanti in ogni suo punto. Campi, quindi, perché spazi che hanno al loro interno caratteristiche omogenee e perché vi si compiono determinate operazioni coerenti tra loro.
Da un punto di vista comunicativo, il campo è uno spazio che presenta determinate caratteristiche costanti in ogni suo punto e in esso si compiono determinate operazioni; il campo agisce su queste operazioni e a loro volta le operazioni agiscono sul campo.
Da questa interazione nasce la tensione, il movimento, la continua trasformazione e la genesi comunicativa: e in questa interazione oggetti-campo entra necessariamente in gioco l’uomo, attivamente o passivamente, attore o consumatore di comunicazione.
I campi comunicativi possono essere studiati dal punto di vista geometrico intuitivo, il campo delle forme di quelle che il novecento ha definito come arti visive, intendendone come prioritari gli aspetti qualitativi della geometria, quelli concernenti l’intuizione e la comprensione delle strutture essenziali delle forme. Significa cercare di vedere quest’ultime in profondità, cercare di intuirne l’essenza, la struttura, scoprendone le molteplici possibilità compositive educando la nostra percezione visiva di tipo oggettivo, attraverso l’espressione estetica di tipo enumerativo. Il campo geometrico intuitivo si avvale prevalentemente della geometria euclidea in cui le proprietà metriche delle forme rimangono inalterate quando sono poste a traslazione.
I campi comunicativi possono essere studiati anche dal punto di vista ghestaltico, nel senso dello studio dei procedimenti attraverso i quali si arriva alla determinazione di una determinata forma. Il campo ghestaltico educa la nostra percezione visiva di tipo fisiologico e psicologico attraverso l’espressione estetica di tipo empatetico e si avvale prevalentemente della geometria affine e a quella proiettiva.
I campi comunicativi possono essere studiati anche dal punto di vista topologico, definendo lo spazio topologico in antitesi allo spazio metrico nella ricerca della relazione della parte con il tutto. Il campo topologico educa la nostra percezione visiva di tipo associativo con un’espressione estetica di tipo immaginativo e si avvale della geometria topologica che studia le proprietà delle forme che si conservano durante le cosiddette deformazioni continue.
I campi comunicativi possono essere studiati infine anche dal punto di vista fenomenologico, lo studio dei fatti osservabili entro leggi in grado di darne una spiegazione il più estesa e comprensibile possibile. Il campo fenomenologico educa la nostra percezione visiva di tipo caratterizzante, con un’espressione estetica di tipo organico, ritmico, strutturale e si avvale della geometria degli insiemi, lo studio delle proprietà che si conservano nelle corrispondenze biunivoche.
Il campo è comunque considerato un’unica cosa come lo è la percezione, anche se si esplica in modi distinti perché molteplice è il nostro modo di vedere e di comprendere, e le trasformazioni che si hanno nei vari campi di studio si avvalgono contemporaneamente di tutti i tipi di geometria perché fondamentalmente nello studio della visione delle forme vi sono le trasformazioni.
L’analisi del campo rettangolare proprio della comunicazione multimediale (caratteristico dello schermo di dispositivi come la televisione, i desktop, i laptop, i tablet, gli smartphone) diventa allora indispensabile per una padronanza compositiva nella progettazione e nella realizzazione di learning object, sopratutto se pensati all'interno del quadro Universal Design for Learning.

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