L'Embodied Cognitive Science, la Didattica dell'Inclusione e i Bisogni Educativi Speciali!

L’Embodied Cognitive Science, o cognizione incarnata, è un termine che definisce l’approccio allo studio della cognizione basato sulla teoria della mente incarnata (embodiment).
Diversamente dagli indirizzi del cognitivismo della seconda metà del 20° secolo, nei quali si privilegia lo studio dei processi cognitivi mediante modelli computazionali, e diversamente dalle filosofie della mente fondate sull’ipotesi del linguaggio del pensiero o su quella della mente modulare, le ricerche del nuovo cognitivismo integrano la tesi che ogni cognizione sia incarnata e che anche le cognizioni superiori, che comportano un maggior grado di astrazione, siano l’elaborazione di esperienze corporee.
Sviluppando, anche in direzioni innovative, le teorie della mente estesa incentrate sul ruolo dell’ambiente nell’attività mentale, negli studi sulla cognizióne incarnata si è privilegiata la teoria della mente incarnata, ossia nei processi cognitivi oltre alle connessioni con il cervello si ritiene costitutiva la dipendenza dalle caratteristiche fisiche del corpo dell’agente.
Nelle teorie della cognizióne incarnata si ritiene che il corpo abbia un ruolo sia causale sia costitutivo nella cognizione. Il corpo di un agente può infatti esercitare funzioni vincolanti, agevolando o ostacolando tale o talaltra cognizione; funzioni di distribuzione del carico computazionale e rappresentativo tra le strutture neurali e non-neurali; funzioni di regolazione delle attività cognitive nello spazio e nel tempo, garantendo la coordinazione fra cognizione e azione.
Secondo la prospettiva dell’embodiment si orientano anche alcune ricerche delle neuroscienze e della neurofenomenologia, che considerano la natura incarnata dell’agire cognitivo.
L’attenzione rivolta non soltanto al corpo ma anche all’ambiente circostante nel determinare i comportamenti e i processi cognitivi è centrale nello studio della cognizione incorporata (embedded cognition), mentre una maggiore attenzione agli aspetti sociali e culturali della cognizione, a integrazione di quelli ambientali, caratterizza gli studi sulla cognizione situata.
La “nuova” didattica dell’inclusione, una didattica in grado di sostenere la complessità delle classi attuali e di valorizzare le differenze del funzionamento educativo e apprenditivo di tutti gli studenti, con o senza Bisogni Educativi Speciali, può essere fondata su alcuni principi cardine dell'Embodied Cognitive Science, offrendo nuove metodologie didattiche e nuove opportunità di professionalizzazione per i docenti.
Obiettivo formativo prioritario diventa quindi lo sviluppo di una mente inclusa o estesa dei formatori prima che dei formandi (che va oltre i processi cognitivi in senso stretto e integra il corpo e le emozioni, le altre menti, gli artefatti e i dispositivi culturali) e inclusiva (capace di leggere e promuovere interazioni e rispetto delle e tra differenze, persone, culture).
È un’idea di mente che si fonda su paradigmi complessi, quali quello bio-psico-sociale, della neurodiversità e dello sviluppo umano, la cui dimensione ecologica conduce ad osservare non solo il sistema vivente, ma anche il sistema vivente nelle sue relazioni allargate con il sistema-mondo.
Si ritiene che il possesso di una mente con simili caratteristiche costituisca una precondizione essenziale per garantire un atteggiamento adeguato nei confronti delle nuove forme “complesse” di conoscenza e delle modalità di relazione positive e inclusive. Occuparsi di tali aspetti per poter intraprendere percorsi strutturati di formazione “integrata” della persona globale, pare rispondere ad alcune urgenze della scuola italiana.
Il paradigma Embodied Cognitive Science offre un dispositivo valido per iniziare a presidiare tali aspetti.

Fonti: 
- http://www.treccani.it/enciclopedia/ 
- http://formazione.erickson.it/

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