I sette principi dell'UD - Universal Design

L'applicazione dei concetti ai principi dell'UD - Universal Design, secondo il Centro ricerche dell’University of North Carolina, considera sette “Principi” fondamentali.

Principio 1 - Equità, uso equo: utilizzabile da chiunque, il progetto è utilizzabile e commerciabile per persone con differenti abilità con queste linee guida:
  • prevedere stessi mezzi di uso per tutti gli utilizzatori, identici ove possibile, equivalenti dove non lo sono;
  • evitare l’isolamento o la stigmatizzazione di ogni utilizzatore;
  • i provvedimenti per la privacy, la sicurezza e l’incolumità dovrebbero essere disponibili in modo equo per tutti  gli utilizzatori;
  • rendere il design attraente per tutti gli utilizzatori.
Principio 2 - Flessibilità, uso flessibile: si adatta a diverse abilità, il progetto si adatta a un’ampia gamma di preferenze e di abilità individuali con queste linee guida:
  • prevedere la scelta nei metodi di utilizzo;
  • aiutare l’accesso e l’uso della mano destra e sinistra;
  • facilitare l’accuratezza e la precisione dell’utilizzatore;
  • prevedere adattabilità nel passo dell’utilizzatore.
Principio 3 - Semplicità, uso semplice e intuitivo: l’uso del progetto è facile da capire indifferentemente dalle esigenze dell’utilizzatore, dalla conoscenza, dal linguaggio, o dal livello corrente di concentrazione con queste linee guida:
  • eliminare la complessità non necessaria;
  • essere compatibile con le aspettative e l’intuizione dell’utilizzatore;
  • prevedere un’ampia gamma di abilità di lingua e di cultura;
  • disporre le informazioni in modo congruo con la loro importanza;
  • fornire efficaci suggerimenti e feedback durante e dopo il lavoro di completamento.
Principio 4 - Percettibilità, il trasmettere le effettive informazioni sensoriali: il progetto comunica le necessarie ed effettive informazioni all’utilizzatore, in modo indifferente rispetto alle condizioni dell’ambiente o alle capacità sensoriali dell’utilizzatore con queste linee guida:
  • uso di differenti modalità (pittoriche, verbali, tattili) per una presentazione ridondante dell’informazione essenziale;
  • prevedere un adeguato contrasto tra l’informazione essenziale e il suo intorno;
  • massimizzare la leggibilità dell’informazione essenziale;
  • differenziare gli elementi nei modi che possono essere descritti (ad esempio rendere facile dare informazioni o  disposizioni);
  • prevedere compatibilità con una varietà di tecniche o strumenti usati da persone con limitazioni sensoriali.
Principio 5 - Tolleranza all'errore, minimizzare i rischi o azioni non volute: il progetto minimizza i rischi e le conseguenze negative o accidentali o le azioni non volute con queste linee guida:
  • organizzare gli elementi per minimizzare i rischi e gli errori: gli elementi più utilizzati, i più accessibili; eliminati, isolati o schermati gli elementi di pericolo;
  • prevedere sistemi di avvertimento per pericoli o errori;
  • prevedere caratteristiche che mettano in salvo dall’insuccesso;
  • disincentivare azioni inconsapevoli nei compiti che richiedono vigilanza.
Principio 6 - Contenimento dello sforzo fisico, utilizzo con minima fatica: il progetto può essere usato in modo efficace e comodo con la fatica minima con queste linee guida:
  • permettere all’utilizzatore di mantenere una posizione del corpo neutrale;
  • uso ragionevole della forza per l'azionamento;
  • minimizzare azioni ripetitive;
  • minimizzare lo sforzo fisico prolungato.
Principio 7 - Misure e spazi sufficienti, rendere lo spazio idoneo per l'accesso e l'uso: sono previsti dimensioni e spazi appropriati per l’avvicinamento, I‘accessibilità, la manovrabilità e l’uso sicuro indipendentemente dalla statura, dalla postura e dalla mobilità dell’utilizzatore con queste linee guida:
  • prevedere una chiara visuale degli elementi importanti per ogni utilizzatore seduto o in posizione eretta;
  • rendere confortevole il raggiungimento di tutti i componenti ad ogni utilizzatore seduto o in posizione eretta;
  • prevedere variazioni nella mano e nella misura della presa;
  • prevedere adeguato spazio per l’uso di sistemi di ausilio o assistenza personale;
Questi principi sono più ampi di quelli che sono stati alla base della progettazione accessibile a tutti senza barriere e sono stati elaborati per essere applicati nel più numero più ampio possibile di settori come l’edilizia, i trasporti, gli ambienti di lavoro, le attività turistiche e sportive, includendo anche le tecnologie dell’informazione e della comunicazione dove i criteri di progettazione e design per tutti sono volti a garantire la partecipazione di tutti nel mondo dell'informatica.
L’approccio UD - Universal Design è legato e trae nuova ragione d’essere anche dal dibattito che ha portato all’ICF - International Classification of Functioning, Disability and Health, la classificazione del funzionamento, disabilità e della salute promossa dall'OMS - Organizzazione Mondiale della Sanità.
Si tratta di un documento approvato dalla 54° Assemblea Mondiale della Salute nel 2001 che deriva dalla classificazione ICID del 1980 come classificazione in un unico contesto dei diversi componenti della salute, del funzionamento e della disabilità. Al contrario della classificazione ICD-10 che contiene informazioni sulla diagnosi e sull'eziologia della patologia, la classificazione ICF non contiene riferimenti alla malattia ma si riferisce al solo funzionamento.
L'ICF struttura le informazioni in due parti, ciascuna composta da due componenti:
  1. Parte 1: Funzionamento e Disabilità
    1. Funzioni e Strutture corporee
    2. Attività e Partecipazione
  2. Parte 2: Fattori Contestuali
    1. Fattori Ambientali
    2. Fattori Personali.
I qualificatori utilizzati per i domini di “Attività e Partecipazione” sono "Capacità" e "Performance": il divario fra “Capacità” e “Performance” riflette la differenza d’impatto tra l'ambiente attuale e quello standard e fa capire quali modifiche apportare all’ambiente stesso per consentire un miglioramento della performance. In quest’ottica, il funzionamento e la disabilità sono viste come una complessa interazione tra le condizioni di salute dell'individuo e l'interazione con i fattori ambientali e personali. La classificazione ICF considera quindi questi aspetti non come statici ma come dinamici e in interazione.
Inoltre essa non valuta solo la disabilità e l'handicap. Siccome la disabilità è un'interazione con l'ambiente, l'ICF è applicabile a tutte le persone, anche quelle in perfetta salute. Il linguaggio nell'ICF è neutrale rispetto all'eziologia, enfatizzando la "funzione" rispetto al "tipo di malattia". Esso è stato creato appositamente per essere utilizzato a livello internazionale e interculturale con obiettivi molto diversificati, da un utilizzo clinico fino a studi epidemiologici e di politica della salute. Essendo neutrale, il linguaggio utilizzato è stato specificato fin nei minimi dettagli, per chiarire al meglio il significato della terminologia utilizzata nel contesto specifico della valutazione del funzionamento.
In sintesi si può affermare quindi che le finalità dell’UD-Universal Design tendono a “semplificare la vita a tutti” realizzando prodotti, ambienti e comunicazioni universalmente usabili a un costo contenuto (se non addirittura gratuitamente) con benefici per le persone di ogni età e per le diverse forme di disabilità basandosi e approcciandosi su principi di equità e inclusione e producendo benefici che offrono a tutti opportunità di accesso nel rispetto delle individualità e delle peculiarità personali.
L’UD-Universal Design può rappresentare quindi un cambiamento di prospettiva e una riconfigurazione anche nella visione d’insieme del mondo dell’istruzione con ricadute rilevanti soprattutto nelle pratiche educative e nelle strategie didattiche. La sua filosofia tende a garantire, infatti, che servizi e prodotti educativi:
incontrino i requisiti richiesti dalle normative;
diano vantaggi non solo alle persone disabili ma a tutti;
abbiano costi efficienti rendendo più conveniente progettare per un accesso universale piuttosto che modificare una progettazione “standard” per venire incontro a bisogni particolari;
promuovano l’indipendenza per l’utente.

Commenti

Post più popolari