Per una comunicazione formativa di tipo generativo

La dizione “comunicazione formativa” è stata coniata dalla riflessione congiunta che due studiosi, Franco Cambi e Luca Toschi, hanno svolto a partire da un volume (Cambi, Franco, e Toschi, Luca, La comunicazione formativa. Strutture, percorsi, frontiere, Milano, Apogeo, 2006) che aveva come asse centrale di indagine la comunicazione e le sue strategie, i suoi modelli, le sue interpretazioni.
In questo lavoro, la problematica relativa al ruolo e al senso della comunicazione nei processi formativi viene considerata di difficile definizione, eppure sempre centrale. Infatti, la consapevolezza di stare vivendo mutamenti nella scuola tali da minare non solo i sistemi di rapporto tra studenti e docenti ma anche le basi delle prassi educative, fa risaltare la necessità di costruire un nuovo rapporto fra comunicazione e formazione, anche alla luce dell’evolversi dei media. Questa consapevolezza rafforza soprattutto la convinzione di dover abbandonare l’attuale contrapposizione fra teorie e pratiche.
Secondo Luca Toschi, la comunicazione ha variato nel tempo la sua definizione connotativa e oggi non è più spiegata facendo ricorso a precisi sostantivi come notizia, dichiarazione, trasmissione, collegamento.
Nel nuovo dizionario di De Mauro, la prima e più importante definizione della parola, infatti, rinvia al verbo “comunicare”, render comune, far partecipi altri di qualcosa. Così facendo s’intende dare forza alla sostanza, all’essenza dell’azione, superando l’oggettistica, la strumentazione, inevitabilmente datate dai continui sviluppi tecnologici, per raccontare invece di processi che implicano l’identità dei soggetti e degli oggetti, tutti coinvolti nella ricerca-sperimentazione di una realtà, quella comunicativa, che esiste ed esisterà di là dal mutare degli apparecchi, dei media, mass o personal che siano.
Inteso in questo senso, si tratta di un processo che, tramite precise grammatiche, elabora la realtà nella sua complessità e universalità, creando testi, coinvolgendo oggetti e soggetti in una riscrittura globale e totale dell’esistere, ma così facendo mette alla prova e ridefinisce continuamente anche se stesso, comprese le relazioni che a mano a mano si stabiliscono fra grammatiche e testi. Un modo davvero nuovo di vedere il rapporto tra grammatiche, relazioni e testi, ispirato a una logica generativa che coinvolge tutti e tre gli elementi, con il risultato che le grammatiche tendono sempre più a porsi come testi e i testi a imporsi come grammatiche, mentre le relazioni svolgono un’influenza sempre crescente.
L’avvento dei nuovi media ha avuto in tutto questo e avrà sempre di più, un ruolo fondamentale soprattutto nella scuola dove, grazie alle flessibilità tecnologiche dei mezzi, anche le presentazioni multimediali trovano in questo modo un nuovo ruolo: non più solo supporto a docenti per lezioni frontali, ma piattaforme aperte, modificabili ed integrabili da studenti e docenti, in un meccanismo flessibile sia nell’uso dei linguaggi, sia nell’ipertestualità resa possibile intrinsecamente dalla progettazione multimediale.
Ma affinché tutto questo possa avere luogo con efficacia, sopratutto in un approccio UDL - Universal Design for Learning, è necessario che si acquisisca una literacy sulla realizzazione dei campi comunicativi non solo dal visto della produzione di contenuti, ma anche nella loro composizione multimediale, nella loro realizzazione “grafica”.

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